Amici Miei
Un giornalista divorziato e in perenne conflitto con un figlio troppo preciso ed ordinato, un sedicente nobile decaduto che perde la testa per una ragazza lesbica, un geometra con visioni mistiche, un barista dalla gag facile e un primario ospedaliero goliardico e impudente le "zingarate" di cinque amici toscani, interpretati da altrettanti attori di bravura insuperata, narrate con un piglio cinico e sarcastico che ha fatto epoca nel cinema italiano. Inizialmente destinato alla direzione di Pietro Germi e poi affidato a Mario Monicelli, "Amici Miei" è una sorta di ponte tra la comicità della cosidetta "commedia allitaliana" degli anni sessanta e lamarezza dei primi settanta. Alcune sequenze (gli schiaffi gratuiti ai passeggeri dei treni fermi alla stazione, la bizzarra degenza ospedaliera, etc), battute (la famigerata "supercazzola prematurata") e canzoncine ne perpetuano negli anni lenorme portata comica e ne fanno un capolavoro assoluto del nostro cinema di ogni tempo.,
Amici Miei Atto II
Il conte Mascetti, nobile decaduto, il geometra Melandri, impiegato al Comune, il chirurgo Sassaroli, illustre primario, loste Necchi, proprietario di un bar/trattoria, si ritrovano davanti alla tomba del giornalista Perozzi, il "quinto uomo" di quella brigata allegra e burlona, le cui gesta ci erano state descritte in "Amici miei" e al termine delle quali il Perozzi stesso era beatamente passato nel regno dei più. Sono trascorsi sette anni, ma i reduci, pur più vicini ai 60 che ai 50, non hanno troppa voglia di perdere tempo in commemorazioni il prendersi beffe di un povero diavolo che su una tomba vicina piange la scomparsa della giovane moglie serve ad introdurre il clima giusto e a preparare il lungo flash-back che permette al cronista Perozzi di riunirsi agli altri e di ripresentare così per intero al pubblico il gruppo che a suo tempro aveva incontrato un favore quasi unanime. Tra avventure passate (al cui centro si colloca levento dellalluvione di Firenze nel 1966) e altre presenti, il gioco continua e per oltre 2 ore va avanti senza pause ci sono scherzi individuali che i burloni fanno subire alle consorti, scherzi architettati con sottile strategia comune (la canzonaccia al concorso per coristi, la torre di Pisa da far reggere ai turisti, la contorsionista chiusa in una valigia, le foto oscene scattate con le macchine dei visitatori stranieri, la presa in giro dellusuraio), scherzi che i cinque si scambiano fra di loro (ai danni del Melandri infatuatosi della sorella di un prete, del Mascetti che si ritrova la figlia ingravidata da ignoti, del Necchi che si scopre tradito dalla moglie...). Insomma la girandola continua, finché una trombosi non colpisce allimprovviso Mascetti e ai tre rimasti tocca ingegnarsi per consolare linvalido. Che non se lo fa ripetere due volte e anche da infermo continua il suo ruolo di impunito sbeffeggiatore.,
Amici Miei Atto III
Quattro amici, Melandri, Sassaroli, Necchi e Mascetti, mattacchioni in gioventù, ma ora attempati e acciaccati, con un ritorno di spregiudicata e anacronistica goliardia ritentano le bravate del passato. Lo scherzo più cattivo viene fatto al quarto, il conte Mascetti, vedovo e ridotto sulla sedia a rotelle da una trombosi, che i tre sistemano in una fastosa "Villa Serena", casa di riposo per vecchi danarosi. Più avanti, essi stessi non resistono e finiranno di propria iniziativa alla Villa, ma per continuarvi i loro scherzi rivoltanti e le loro volgari bravate, e per organizzare una gita finale al polo Nord (al fine di eternarvi - surgelata - la loro incontinente senilità?). Ma gli anni sono passati e a volte ci rimettono, nel perpetuo scherzo fatto per allontanare lidea della morte.